In tempi passati le pere venivano innestate dai pastori sui perastri selvatici lungo le strade, in questo modo i frutti avrebbero dissetato loro e le loro greggi in transito. Questa tradizione è arrivata a noi, grazie ai nostri nonni e alla loro volontà di voler trasmettere nel tempo antichi saperi e usanze. Spinti dall’ intenso legame con la terra e dalla voglia di non abbandonare le nostre piccole realtà, cerchiamo di valorizzare tutto quello
che la natura ci può donare e che è sempre stato davanti ai nostri occhi.
Nel cuore della Sardegna, sull’altopiano del Marghine, troviamo il piccolo comune di Dualchi. In questo luogo gli alberi di pere selvatiche profumano le campagne, caratterizzate da muri secolari di pietra basaltica, isolati nuraghi e muraglie nuragiche. Qui nasce la nostra azienda. Guidati dalla passione per l’allevamento e dalla tradizione sarda, in un primo momento ci siamo dedicati esclusivamente alla cura
delle greggi di famiglia, ma il continuo guardarci intorno, spaventati dalla crisi economica del territorio, ci fa credere in un nuovo obbiettivo. Mura ‘e Lughe. Un nome che racchiude quello che per noi è un sogno e la voglia di crescere.
Studiando e rielaborando vecchi sapori, siamo riusciti a ottenere un equilibrio di aromi e di gusto. È così che nasce l’idea di creare un connubio tanto nuovo quanto sorprendente. Un’ armonia tra un forte filu ferru di cannonau e una pera dalla dolcezza selvatica, il tutto avvolto da delicati aromi naturali che creano un gusto lungo e vellutato. La produzione limitata ed un accurato processo di raccolta dei frutti a mano, garantiscono
un elevato standard di qualità. In questo solo e unico modo, anche i più esili aromi e i delicati profumi raggiungono il palato dei raffinati estimatori. Mura ‘e Lughe, (muraglia di luce) è il nome della nostra azienda, inebriata dai profumi intensi caratteristici delle pere camusina e spadone. Noi siamo dei pastori che innestano su perastri selvatici un frutto ormai da tempo abbandonato, in questo modo anche i nostri figli potranno sentire nell’aria quello che solo la nostra terra ci ha da sempre offerto